L'Associazione Culturale "COLONIA GALLORUM", svolge, all'interno degli spazi della Colonia Elioterapica di Grignasco (NO), attività artistiche, culturali e ricreative, attraverso l'organizzazione e gestione di eventi culturali e ludici incentrati principalmente sulla divulgazione della logo antica.
L'associazione, composta da volontari appassionati di storia, nello specifico intende svolgere:
Alla ricerca di un logo per l'Associazione, abbiamo iniziato con il pensare alle due anime della Colonia: Romana e Celtica. Elaborando un po' di idee incentrate sugli alberi ed il loro simbolismo. Due piante che affondavano le proprie radici nelle sponde del Sessitex o addirittura che nascessero dalle sue acque, due essenze diverse, si pensava all'alloro ed alla quercia, che intrecciassero i loro tronchi o le loro chiome... poetico, new-age o banale? Ecco cos'ho pensato, dopo aver realizzato schizzi su schizzi, l'idea non mi soddisfaceva per niente. Alberi, intrecci... troppo usati. Cosa mi forniva invece il territorio? La Colonia sorge sulle rive del Sesia, anzi a ben vedere sulle rive del torrente Magiaiga, che in quel punto è ancora diviso dal Sesia da pochi metri di sassi, anche se ormai non sembra più il magico torrente che scende dal Fenera attraversando le grotte di Ara. Il Fenera, la montagna che sovrasta la Colonia, la porta per la Valle, il Parco, gli animali... la cicogna nera. Questo animale particolare, che quasi nessuno ha mai visto, la cui presenza ha reso famoso il parco del Fenera.
Cosa rappresentava la cicogna per i romani? La pietà filiale, consacrata a Giunone e Venere, chiamarono "lex ciconiaria" la legge che imponeva ai figli l'obbligo di assistere i vecchi genitori. Se faceva il nido su una casa, si pensava fosse una benedizione degli dei. Non citano la cicogna nera. Resta comunque un animale positivo. Ricercando alcune rappresentazioni di cicogne mi imbatto nel Tarvos Trigaranus, il mitico toro celtico a tre corna, anche rappresentato come un toro con tre gru o cicogne appollaiate sulla schiena. La rappresentazione più significativa di questa divinità si trova su di un pannello del "Pilier des laudes", il pilastro dei barcaioli, una colonna monumentale romana fatta costruire a Lutetia dalla corporazione dei barcaioli della Senna del I sec.d.C..
Fantastico!!!
Un monumento costruito dai Coloni di una colonia Gallo-Romana e sul dado principale quattro bassorilievi che incarnano alla perfezione lo spirito di Colonia Gallorum.
Giove Optimo Massimo, l'anima di Roma; il Tarvos Trigaranus con le cicogne; Esus che abbatte un albero di salice; Vulcano.
Splendido!!!
A pochi chilometri dalla Colonia sull'altra sponda del Sesia, sorge il santuario di Sant Euseo che si ritiene sia stato eretto sopra ad un'area sacra dedicata ad Esus, Dio della vegetazione, della guerra e della fertilità, associato a Mercurio, patrono dei marinai e secondo nome che abbiamo attribuito al nostro terzo figlio.
E Vulcano?
Ecco finalmente il simbolo giusto!!!
Il Dio costruttore, chi può simboleggiare meglio di lui le nostre intenzioni: fare, costruire, creare.
Bellissima la sua rappresentazione sul monumento di Lutetia, subito scelta per essere disegnata sul vessillo.
Ma occorreva qualche cosa di simbolico, ed allora ci siamo messi a cercare come fosse rappresentato Vulcano.
Giovane, vecchio, barbuto o gablo che fosse, l'importante è che avesse due attributi fondamentali: il Pileus laureato (il cappello simbolo di libertà cinto da una corona di alloro) e le pinze (simbolo del lavoro alla forgia).
Ed ecco che il logo dell'associazione era gia belle che pronto:
il denario di Tito Carisio padre, monetiere di giulio Cesare,una piccola moneta d'argento su cui sono rappresentati gli attrezzi di Vulcano, pinze martello ed incudine, sovrastati del Pileus e racchiusi in una corona di alloro...
MAGICO.